“ANDIAMO FUORI”

Il magico mondo delle discoteche, dove rischi di prendere un pugno in faccia per aver guardato la tizia sbagliata. Piccola simulazione di una rissa con lessico tipico incorporato: da “cazzo guardi?” a “cazzo vuoi?” fino alla dichiarazione di guerra dei galli di contrada: “Andiamo fuori”.

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TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: INTERNET

In discoteca può capitare di vedere una ragazza. A dire il vero la probabilità è piuttosto alta, tanto quanto quella di pagare a peso d’oro un pessimo gin tonic. Qui però subentra la sorte: se sei fortunato, l’occhio ti cade su un cesso e nessuno ti dice nulla; se sei sfigato, fissi la tizia sbagliata e allora sono guai. Mentre sei lì che bevi il tuo orribile drink con la cannuccia e, chissà perché, guardi nella direzione di una ragazza coi capelli biondi, ecco che qualcuno ti bolla da dietro: “Cazzo fai?”. Ti volti. Davanti a te hai un tizio di un metro e mezzo con le spalle enormi, il cappello girato sulla testa e lo sguardo più cattivo che tu abbia mai visto. Questo deve aver avuto un’infanzia difficile, è chiaro. Capisci subito, però resti calmo: hey amico, non faccio niente. “Cazzo sei?”. Nessuno, per carità. Anzi, sono un peso per la società, un pusillanime, un inetto, porto anche un po’ sfiga, lasciami perdere che è meglio. “Cazzo vuoi?”. Niente, niente, stavo solo bevendo un robo. Ma a questo punto sei già circondato. La cumpa s’è riunita in trenta secondi scarsi. Sono tutti attorno a te. Hanno le braccia incrociate sul petto, i tatuaggi sul collo e hanno visto troppi film di Van Damme. Dieci contro uno. Non hai scampo. Però sei freddo: ciao ragazzi, bella serata eh? “Cazzo dici?”. Ti guardi attorno. Quando ti servono, i buttafuori non ci sono mai. Preghi Iddio di non sentire proprio quella frase, quella classica, la dichiarazione di guerra dei galli di contrada: “Andiamo fuori”. Troppo tardi. Sei fottuto. Però sei furbo: macché fuori, si sta così bene qui… “Fuori!”. E’ finita.

LO CHIAMAVAMO TRITOLO

Sul piazzale della discoteca tutti sanno che cosa sta per accadere, ma fanno finta di niente. Non s’immischiano, non sono fatti loro. Però guardano, curiosano e tengono la mano sul telefono, pronti  filmare tutto. Qualcuno abbandona la pista di corsa: “Si danno! Andiamo a vedere!”. Parte un pezzo rap, ma Fabri Fibra non ti salverà. Il tizio a cui hai osato guardare la tizia si fa avanti: “Allora, cazzo avevi da guardare?”. Gli altri gli fanno eco: “Cazzo avevi da guardare, eh?”. La tizia cerca di scongiurare l’inevitabile: “Amò, lascia stare. Dai, torniamo dentro”. Ma quello è un uomo ferito e tu adesso la pagherai. “Zitta tu! Tritolo, portala via” (Tritolo è il migliore amico, un palestrato senza futuro, una macchina per uccidere che si sfonda di flessioni da mattino a sera). Le gambe tremano, la vita ti passa davanti: la casa dei nonni, l’altalena, il Natale, la Playstation, il primo bacio, addio mio amore, la maturità, la laurea, il primo contratto da stagista a 100 euro al mese (straordinari compresi). Morte sicura. Tutto finito. Il tizio stringe il pugno, allarga le gambe, digrigna i denti, gonfia il petto. Sai che non puoi reagire, un po’ perché non ti sei mai “dato” con nessuno e un po’ perché avresti addosso subito gli altri nove. Così ti rassegni e aspetti il destro. Coraggio, fallo e basta. Diamoci un taglio. Uccidimi dolcemente. “Che cosa succede qui?”. Il buttafuori, il tuo angelo custode con l’auricolare e la faccia da duro. “Niente, niente…”. Sei salvo. Ami la vita. Il tizio s’avvicina e ti sussurra all’orecchio: “Non è finita qui…”. Certo certo, intanto la prossima volta resto a casa a giocare a Monopoli.
(L’ultima rissa da discoteca, il magico mondo in cui rischi di prendere un destro in faccia per niente, è avvenuta sabato scorso dalle parti di Montale: un sedicenne ha preso due pugni in pieno volto da un ragazzo tra i 20 e i 25 anni che pretendeva di partecipare a una foto di gruppo. Se la caverà con una settimana d’ospedale).

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1 Comment on "“ANDIAMO FUORI”"

  1. Ghe da dès? Div!
    🙂

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