NESSUN SERVIZIO

Cari piacentini che state per partire per il mare, assicuratevi che nella camera d’albergo ci sia il wi-fi: non possiamo rischiare di stare senza le vostre foto di gabbiani sugli scogli e senza i vostri autoscatti davanti allo specchio del cesso per farci vedere quanto siete abbronzati.

gabbiano ok

FOTO: INTERNET

La scorsa notte abbiamo avuto qualche problema col ventilatore. Attorno a mezzanotte l’aria ci arrivava dritta sulla schiena. Attorno all’una puntava il calendario di Frate Indovino che sbatteva contro quello di Elisabetta Canalis e faceva rumore. Attorno alle due ci arrivava direttamente in faccia (ce ne siamo accorti pur essendo sprovvisti di capelli). Attorno alle tre ha fatto cadere l’enorme coniglio di pezza che sta sul comò e che non sappiamo da quale cilindro sia saltato fuori. Attorno alle quattro abbiamo spento il ventilatore. Basta, che cazzo. Alla fine siamo riusciti a prendere sonno, ma proprio sul più bello, quando sognavano di essere assessori alla Cultura e di avere un ufficio accanto a quello del sindaco, siamo stati svegliati da un tintinnio. Sì, era un messaggio su WhatsApp. Eravamo ancora in dormiveglia ed eravamo convinti che ci avesse scritto Paolo Dosi per darci qualche dritta su un’iniziativa volta a valorizzare il territorio, poi abbiamo strofinato gli occhi, abbiamo guardato l’ora – le cinque e un quarto – e abbiamo letto il messaggio: “Dormi?”. Era un nostro amico, nottambulo di chiara fama che cercava un complice discreto per tirare fino all’alba. Da quanto siamo impegnati con la Batusa dormiamo vestiti e siamo costretti a tenere il telefono acceso anche di notte, non si sa mai che arrivi una soffiata e dobbiamo essere pronti a precipitarci sul posto. Così abbiamo risposto: “Oh, sì, sto dormendo”. Lui: “Ah, allora niente”. Noi: “Oh, che ti serve?”. Lui: “Secondo te Simona è la ragazza giusta?”. Noi: “Scusa, sto dormendo”. Lui: “Ah ok”. Noi: “Baci”. Ma a quel punto eravamo svegli e – a parte pensare che no, Simona non è la ragazza giusta perché preferisce la ballerine ai tacchi alti, ci è venuto istintivo dare un’occhiata veloce a Facebook. Alle cinque di mattina c’erano ancora post, autoscatti davanti allo specchio del cesso di persone, c’erano quegli esseri odiosi che danno la buonanotte a tutti e scrivono “a domani” (ma chi ti si fila?) e quelli che si lamentano perché alle quattro di notte di domenica a Piacenza non c’è niente da fare.
Abbiamo continuato a scorrere la bacheca e abbiamo visto che attorno a mezzanotte KT (alias Katia Tarasconi, ma ormai lo sapete) ha postato la foto di una lattina di Coca Cola con scritto “amore” e che il consigliere comunale della Lega Nord, Massimo Polledri, era impegnato con un commento tecnico sulla finale di Confederations Cup: “Furie rosse? PPRRRRR…!!!”. Lasciando perdere la sociologia, è chiaro che ormai siamo tutti dipendenti da Facebook e dalla chat di WhatsApp. Così, mentre col ventilatore spento avevamo un caldo bestiale, abbiamo pensato a tutti quei piacentini che rischiano di finire in una camera d’albergo sul litorale romagnolo in cui il telefono non prende. Li abbiamo visti mentre vagano per la stanza nella speranza che la scritta “nessun servizio” si trasformi improvvisamente in “Tim 3G” con quattro tacche, li abbiamo immaginati, tristi e disperati, mentre il loro telefonino non riesce a caricare la foto del tramonto scattata dalla finestra per informarci che sono al mare e che il sole tramonta anche lì (ma in maniera molto più romantica rispetto al Facsal). Siamo sinceri: ci è venuto lo scoramento. Metti caso che un nostro amico ci rompa ancora alle cinque di mattina e che, ormai svegli, finiamo su Facebook: come faremo senza le foto dei nostri amici che mangiano focaccia genovese a Celle Ligure e che fanno falò sulla spiaggia mentre cantano le canzoni di Lucio Battisti? Come faremo se il telefono non prende e non riescono a mettere il video delle onde su Fb? Cari piacentini che state per partire per le vacanze, assicuratevi che in camera ci sia il wi-fi. Noi siamo qui che non vediamo l’ora di mettere “mi piace” alla foto del gabbiano sugli scogli.

filippo.merli@labatusa.it

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