I VERI TEPPISTI SONO I GIORNALISTI

Marcello Astorri, inviato di Sportpiacenza a Castellarano per la partita della Lupa, ha rischiato di stare fuori dallo stadio: un carabiniere temeva che potesse scagliare il Mac Book in testa a un guardalinee.

FOTO: INTERNET

Favorisca patente e computer. Oh oh, cos’abbiamo qui? Un Mac Book eh? “Sì, sono un giornalista”. Favorisca il tesserino. “Non ce l’ho ancora, però ho l’accredito, guardi qui agente”. Mi spiace, ma senza tesserino lei è un tifoso come gli altri. E chi mi assicura che poi non scaglia il computer in testa a qualcuno? “Ma, beh, io…”. A quel punto Marcello Astorri, collaboratore di Sportpiacenza e inviato a Castellarano per seguire la partita della Lupa, ha iniziato a guardarsi attorno. Non capiva. Non ci credeva. Il carabiniere che stava di fronte a lui era inflessibile. C’era un’ordinanza e intendeva farla rispettare a tutti i costi. La legge sono io. “Mi ha detto che il computer poteva essere un oggetto contundente” racconta Marcello. “Voleva a tutti i costi che gli mostrassi il tesserino, che non ho. Però avevo l’accredito di Sportpiacenza, che avevo ritirato alla biglietteria senza alcun problema. Niente. Quel carabinieri non voleva farmi entrare allo stadio”. Va bene che i veri teppisti sono i giornalisti, però così è un tantino esagerato. “Figurati se tiro un Mac da duemila euro in testa a un giocatore, ho detto al carabiniere. Lui mi ha risposto che avrebbero potuto rubarmelo per poi gettarlo in campo. Boh”.

ALTISSIMA PERICOLOSISSIMA LEVISSIMA

Mentre i tifosi e gli altri giornalisti varcano la soglia dello stadio, Marcello discute con l’agente. Gli passano davanti tutti e lui resta lì col Mac in mano. “Sembrava Roma-Lazio, ma era una partita d’Eccellenza…”. Quella di Marcello ricorda un po’ la storia dei baristi da stadio, che ti vedono ogni domenica da quindici anni e tutte le volte ti tolgono il tappo della bottiglietta dell’acqua. Non si sa mai che tra un articolo e l’altro ti venga voglia di colpire il guardalinee con una Levissima. Poi a San Siro buttano giù i motorini dagli spalti, ma fa niente. “La discussione – dice ancora Marcello – è durata un bel po’. Non c’era verso di convincerlo. Diceva che c’era un’ordinanza e che andava rispettata, o qualcosa di simile. Alla fine è arrivato un responsabile del Castellarano che mi ha preso sottobraccio e mi ha fatto entrare da un’altra parte”. La cronaca della partita di Marcello su Sportpiacenza inizia così: “A Castellarano hanno un’organizzazione degna di una partita professionistica. Perfino i giornalisti vengono passati al setaccio dalle forze dell’ordine, e il nostro computer ha rischiato di non essere ammesso sugli spalti perché considerato oggetto contundente”. Vatti a fidare di questi teppistelli col Mac Book.

filippo.merli@labatusa.it

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