IL TIPO DA VIGILIA

La vigilia è un giorno speciale. C’è un’atmosfera nuova, diversa. Tutto comincia alla mattina. Esci di casa. E piove. Va bene così. La pioggia non può guastare l’aria di festa, quella sensazione magica che anticipa il Natale. Bisogna fare la spesa, prendere gli ultimi regali. Allora sali in macchina, esci dal garage, metti la seconda, fai due metri. E resti imbottigliato. Pioggia e vigilia sono un binomio devastante. Sulla strada c’è l’intera umanità. Persone che fino al giorno prima non sono mai uscite di casa, gente che viveva nella penombra dell’esistenza e oggi, proprio oggi, ha deciso di uscire. La tangenziale è impraticabile. Lo Stradone Farnese è una favelas spirituale. Clacson. Semaforo. Semaforo. Rotonda. Clacson. “Ieri notte quando era con me tua madre la messa la freccia hai capito deficiente!”.
In un giorno normale sarebbe uno stress, ma la vigilia non è un giorno normale. E poi nei giorni normali tutta questa gente non ci sarebbe stata. Questa gente esce solo per la vigilia. E mangia solo a Natale. Il resto dell’anno vive di surgelati e di bastoncini Findus, ma il Tipo Da Vigilia (d’ora in avanti TDV) ha letto da qualche parte che per Natale ci vogliono gli anolini e i tortelli. Allora il TDV è in coda fuori dal supermercato mezz’ora prima che apra. Per guadagnare posizioni usa stratagemmi militari:

– Scusi, a che ora apre il supermercato?
– Oggi è chiuso, signora, è la vigilia.

La vecchia s’allontana e il TDV accenna un sorrisetto sadico. Fottuta. Poi entra al supermercato e si ritrova davanti ai cibi surgelati. E’ l’abitudine. Però è qui che sta il genio: il TDV prende gli anolini, sì, ma preconfezionati. Con le sue mani non fa nulla. L’abitudine, di nuovo.
Alla sera il QDV fa il pinzimonio coi peperoni Ogm e a mezzanotte va a messa. Accanto ad anziane signore con troppo rossetto sulle labbra e ad anziani signori che sanno di naftalina, il TDV ha i risvoltini ai pantaloni e le caviglie scoperte. Amen. “E ora scambiatevi un segno di pace”. Pace. Pace. Pace. Poi, finita la messa, torna a casa a scartare i regali. “iPhone, iPhone, iPhone”. Cuffia. “Uhm”. Secondo regalo. “iPad, iPad, iPad”. Sciarpa. Terzo e ultimo regalo. “Mac, Mac, Mac”. Calze. “Mamma, mamma cara, mavvaffanculo ti voglio bene!”. Poi si mette in un angolo del divano e pensa che ai trovatelli certe illusioni e certe delusioni sono state risparmiate.
A Natale arrivano i parenti. Il TDV non li sopporta, soprattutto perché sa che la prossima occasione in cui li rivedrà sarà per un funerale. La nonna stende la pasta in cucina, il nonno va in cantina a prendere il vino. Loro credono ancora al Natale. Portano avanti la tradizione, rispettano le usanze, preparano la tavola con cura. Il QDV aggiorna il suo stato di Facebook col suo vecchio Samsung e non ha voglia di parlare. Ripensa all’iPhone. Ai trovatelli certe illusioni e certe delusioni sono state risparmiate. Già. E’ così.
Poi, quando arriva la sera e i cuginetti giocano a tombola, il TDV si chiude in camera a guardare film porno sul computer. La sua generazione non ha tempo da perdere per certi riti pagani. E’ la generazione You Porn, la sua. Cinque minuti e via. Altroché presepi col muschio. A questo punto il TDV si veste, esce con gli amici, si sbronza e, attorno alle due di notte, rincasa. Si stende sul letto. La testa gira. Chiudere gli occhi è impossibile. Il TDV fissa il soffitto. L’alcol rianima il filosofo esistenzialista che è in lui. “Certo che essere dei trovatelli è una bella sfiga. In fin dei conti sono una persona fortunata. Non mi manca niente. A parte l’iPhone…”.

Tantissimi auguri dalla Batusa. Che questo Natale vi porti tanta, tanta stabilità. Bacioni.

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